Il sunnismo una corrente dell’Islam.Attualmente è l’orientamento nettamente maggioritario, comprendendo circa il 90% dell’intero mondo islamico. Prende il suo nome dal termine arabo Sunna (consuetudine), riferita al profeta dell’Islam Maometto) e ai suoi Compagni.
Il quarto califfoAli ibn Abi Talib, sospettato da alcuni di essere il mandante dell’uccisione di Uthman, il terzo califfo, si scontrò nel 656 con Aisha, moglie del Profeta Maometto, e sconfisse il movimento di opposizione da lei organizzato nella battaglia del Cammello.
Poi Alì affrontò Muawiya, governatore della Siria e capoclan degli Omayyadi a cui apparteneva il califfo assassinato: gli eserciti dei due avversari si scontrano nel 657 nella piana di Siffin. Le sorti di Muawiya sembravano ormai compromesse, quando uno dei suoi uomini architettò un’astuzia che capovolse le sorti della battaglia. Muawiya chiese un “arbitraggio” e Alì accettò, scatenando tra i suoi sostenitori due reazioni opposte. Alcuni lo accusarono di debolezza e lasciarono i ranghi: sono “coloro che sono usciti”,i kharigiti.
Gli altri sostennero Alì e presero il nome di sciiti. I seguaci di Muawiya assunsero il nome di sunniti (“quelli della Sunna“).
Nato buon ultimo nella discussione teologicaislamica, il Sunnismo si differenzia essenzialmente dallo Sciismo (organizzatosi come dottrina prima del Sunnismo) per il suo netto rifiuto di riconoscere la pretesa degli Sciiti che la guida della Comunità islamica (Umma) dovesse essere riservata alla discendenza del profeta Maometto attraverso sua figlia Fāṭima Muhammad e suo cugino ʿAlī ibn Abī Ṭālib. Al contrario il sunnismo è per un’elezione da una ristretta cerchia della guida della comunità (che una volta era il califfo e oggi potrebbe essere il segretario generale della Organizzazione della Conferenza Islamica).
Secondo il Sunnismo, alla guida politica e spirituale (non strettamente religiosa però) della Comunità poteva accedere qualunque musulmano pubere, di buona moralità, di sufficiente dottrina e sano di corpo e di mente. Il fatto di essere Meccano o, almeno, Arabo, era un elemento preferenziale ma non essenziale. Sotto questo profilo il Sunnismo respingeva quindi decisamente la pretesa dei kharigiti che la guida della società islamica fosse riservata al migliore dei credenti: qualità difficile da individuare e ancor più difficile da mantenere, perché un semplice peccato, anche non grave, avrebbe fatto perdere tale qualità all’Imam (“guida”, ma intesa qui come sinonimo di califfo) e lo avrebbe fatto decadere dal suo supremo ufficio.
Le differenze politiche furono mascherate dalla discussione teologica riguardante chi potesse essere qualificato musulmano e la natura del peccato, se esso fosse o meno in grado di far perdere la qualifica di credente. Il riferimento tradizionale dei sunniti in materia di califfato è l’esempio dei “califfi ben guidati”, cioè i primi quattro dopo Maometto (Abu Bakr, Omar, Othman e Ali). Da notare che tutti e quattro furono eletti (da una ristretta cerchia di notabili) e quindi il Sunnismo avrebbe in teoria, se non in pratica, una predilezione per la democrazia
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Lo Sciismo (dall’arabo shi‛a partito, fazione, sottinteso di ‛Ali e dei suoi discendenti ) è il principale ramo minoritario dell’Islam.Gli sciiti devono il loro nome all’espressione “shīʿat ʿAlī” (fazione di ʿAlī), sovente abbreviata semplicemente in “Shīʿa”. Hanno cominciato il loro lento cammino di differenziazione da quello che, sotto Ahmad ibn Hanbal, diventerà il Sunnismo per motivi al contempo politici e spirituali.
L’occasione fu offerta dall’assassinio perpetrato dalle forze califfaliomayyadi ai danni di al-Ḥusayn b. ʿAlī, figlio di ʿAlī b. Abī Ṭālib, avvenuto nel 680 a Karbalāʾ, in Iraq. In quell’occasione si pose con forza la questione-cardine dell’Imamato: se cioè ammettere che alla suprema carica islamica potesse accedere un qualsiasi credente (come era già stato il caso di Mu’awiya ibn Abi Sufyan e di suo figlio e successore Yazid ibn Mu’awiya), oppure riservare il posto di Califfo/Imam a un appartenente alla cerchia ristretta dei Compagni del Profeta e – con l’inevitabile trascorrere del tempo – riservarlo a un appartenente al lignaggio di Maometto (Ahl al-Bayt).
Gli alidi si cominciarono a differenziare dal resto della Umma, dal momento che considerarono unica legittimata a governare l’Ahl al-Bayt, mentre il resto dei musulmani ritenne che qualsiasi fedele di buona capacità religiosa, non necessariamente discendente del Profeta, anche se preferibilmente appartenente alla sua tribù – i Coreisciti -, potesse guidare a pieno titolo la Comunità islamica.
Col tempo gli alidi misero per scritto le loro riflessioni teologiche e politologiche, evolvendo verso quello che diventerà il vero e proprio Sciismo. Da quanti si potranno di lì a poco legittimamente chiamare “sunniti” (la definizione sarà data da Ibn Ḥanbal, col suo auspicio che la Umma fosse una Ahl al-sunna wa l-jamāʿa, cioè “Gente che si rifà alla tradizione di Maometto e che non origina secessioni”), gli sciiti presero a differenziarsi anche a proposito di alcuni altri istituti giuridici, ammettendo, ad esempio, la legittimità del matrimonio a tempo prefissato, detto mutʿa, sulla scorta di precisi ḥadīth del Profeta, negando (come facevano i sunniti) che Maometto avesse posto fine a una tal pratica preislamica al ritorno dalla conquista di Khaybar.Secondo alcuni studiosi sunniti (e, negli ultimi tempi, i wahhabiti in particolare), una parte dello Sciismo penserebbe che dal Corano – raccolto all’epoca del califfo ʿUthmān b. ʿAffān – siano stati espunti alcuni passaggi e una sura intera (la sūrat al-wilāya, ovvero “capitolo della luogotenenza”) che attestavano la designazione a succedergli, fatta da Maometto in favore di ʿAlī. Questa affermazione è decisamente respinta dagli attuali sciiti che ribadiscono invece che nello Sciismo nessuno avrebbe mai affermato l’incompletezza del Testo Sacro islamico.
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Ovvero Il termine sciismo viene da shīʿat ʿAlī, il partito di ʿAlī. La parola shīʿa è già riportata diverse volte nel Corano per indicare l’affiliazione alla scuola di pensiero di personaggi, sia positivi che negativi, dei Libri Sacri, come i profeti Abramo e Mosè da una parte e Faraone dall’altra. Muhammad al-Shahrastani, nel suo Al-Milal wa al-Nihal, una fonte sui diversi gruppi in cui si divide l’Islam,
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